unisalento-theme-contenuto-della-pagina [Inizio pagina]
La poesia del mese
In God's image
IN GOD'S IMAGE | A IMMAGINE DI DIO (A Margaret) Solo guardando me Dio può facilmente guardare la sua stessa divinità. Fatto a Sua immagine? Io – e solo io? – gli ricordo la potenza che alita e permea e riempie aria, suolo e mare. La luce Egli creò, e di sole e luna e miriadi di stelle e galassie Egli disse soltanto “ E’ cosa buona”. Poi la distesa di acqua Egli creò, separando subito suolo umido da quello arido, terra da sconfinato cielo, entrambi riempiendo di mobili cose e agili venti; e pure di queste Egli disse, “E’ cosa buona”. Solo quando plasmò me Egli disse, “Sarà a mia immagine – quest’uomo così fatto che potrà ampiamente regnare su tutte le cose mortali, pure lui mortale”. Fatto a Sua immagine, io? E allora io so che cosa in me è infinito, e che cosa divide mortalità da immortalità, germoglio che perisce da ogni Primavera che avanza, radice che marcisce da linfa vivificante. E allora lasciatemi separare quel che muore in me da quello che, nato con me, vive fuori di me, duraturo come dura Dio per sempre. Di tutto questo non mi vanterò – capacità di vista umiliata da distanze che non posso avvistare, acutezza di udito sopraffatta da un solo suono tonante che la rende debole e sorda, forza di odorato esclusa dall’inebriante gioia di esotici campi e future primavere. Tutto ciò che appassisce attorno a me e in me diviene smorto, appannerebbe l’immagine di Dio. E allora? Melma e fango devono essere spazzati via, infine cancellati dalla terra, così che il sole purificatore possa solo brillare sull’eterna innocenza della Natura? Parla, immagine divina in me, parla di me da me nel meglio del mio tripudio divino, e lascia che l’oracolo plachi la mia domanda. O risposta luminosa! Sono stato cieco a questa abbagliante certezza tutti i miei anni? Dio che vive in me è questo piccolo io che dal nulla può all’improvviso sorgere a toccare e disegnare il sole in parole di luce, sì profondamente piegarsi da disegnare suoni ancora inespressi di erba non nata, e parlarne agli uccelli con il loro verso. Finalmente lo so! L’immagine di Dio in me si manifesta luminosa quando la bellezza è la grazia che lega l’una all’altra ogni vita creata. |
da J. TUSIANI, Collected Poems (1983-2004), Edited with an Introduction by Emilio Bandiera, Galatina, Congedo Editore, 2004.
Traduzione di Emilio Bandiera
Fellow passenger
FELLOW PASSENGER | COMPAGNO DI VIAGGIO Eccomi accanto ad uno che si chiede chi sono, cosa faccio e dove vado, e non sa che vorrei sapere anch'io dove si reca lui, che fa, chi è. Non ci parliamo, non ci presentiamo, e nessuno saprà a chi dei due sia più urgente il sorriso dell'altro in questo viaggio di ritorno a casa. A braccia aperte già la Vecchia Madre Aspetta entrambi; ma, eccoci qui, se non nemici, l'uno all'altro estranei. Al medesimo grembo ci rechiamo, ove per una intera eternità ci farà groppo in gola il pensiero di aver viaggiato insieme senza esserci conosciuti, senza esserci scambiati una parola. |
da J. TUSIANI, Rind and All, New York 1962, p. 11.
Traduzione di Maria Pastore Passaro
This last illusion
THIS LAST ILLUSION | QUEST'ULTIMA ILLUSIONE Ora non sono più afflitto |
Il testo inglese è tratto da: Joseph Tusiani, This daily desappearance
Traduzione di Emilio Bandiera
L'ultima veste di mamma
MOTHER'S LAST DRESS | L'ULTIMA VESTE DI MAMMA Più che sarta eri allora, |
Traduzione di Emilio Bandiera
If I say
IF I SAY | SE DICO Se dico vino, sono già ubriaco? |
Il testo inglese è tratto da: Joseph Tusiani, The fifth season, New York, Obolensky Inc., 1964
Traduzione di Maria C. Pastore Passaro in: Joseph TUSIANI, Mallo e Gheriglio e La Quinta Stagione, Roma, Bulzoni editore, 1987, p. 162
Heritage
HERITAGE | RETAGGIO Voi, poeti, che ancora vivete |
Il testo inglese è tratto da: Joseph Tusiani, A Luxury of Light, «Italian Quarterly» 30, 117 (summer 1989)
Traduzione di Giusy Conte
Sonetto n. 2 da "New York revisited. A Sequence of Sonnets"
Vertical labyrinths that seek the sun, Not homes or domes to me you’re any more Or has this earth become a sun in jest, Vertical beauty, magic to the eyes, | Labirintiche altezze incontro al sole, Ora non siete più cupole e case O la terra s’è fatta sole a scherzo Verticale beltà, malia degli occhi, |
Sonetto pubblicato in «Forum Italicum», vol. 33,2, Fall 1999, pp. 557-561.
Traduzione di Cosma Siani
Morning outside of Eden
MORNING OUTSIDE OF EDEN Tenuous incandescence of dawn’s anxiety I call this levity of love, this morning, this aureole of divine omnipotence revealing wheeling of spheres and patience of blossoms finally mine. Never before was all this luxury of light so meekly in my hand as to allow my mind to call it its own bliss, for ancient pessimism of darkness keeps a schism open between God’s sky and my own night, between the heights I will not reach and the abysmal mud that bears my native name. Oh, growing, growing flame of happy Spring, are you the unforeseen, the new, the free from mortal blame? Then what am I – the old, the full-predicted stain of unredeemèd sin? And will you ever end, will ever I begin? Tenuous incandescence of Eves and Adams still resisting serpent’s hiss, what’s your reward, and what my world-renewing bliss? I am immortal then, I never came to this peril of life, and never will come to this so-called terror of dying: sky and I still make one rhyme, mother and matter still one assonance, the one I need to be the man I was, te soul I can be ever, ever more. Tenuous incandescence from shore to living shore: morning is only what gives flesh to this my thought. | ALBA FUORI DALL'EDEN Tenue incandescenza |
Il testo inglese è tratto da: Joseph Tusiani, A Luxury of Light, «Italian Quarterly» 30, 117 (summer 1989)
Traduzione di Giusy Conte
In vehiculo subviario
IN VEHICULO SUBVIARIO Omni die, omni mense, Statione Fordhamense, Cum per nubes sicut rima Lux insinuatur prima, Sine pace, sine pausa, Laborandi semper causa, Mihi mobile est cubiculum Subviarium vehiculum. Tamquam miserae sardinae Stant personae matutinae Semper notae sed ignotae, Mixtae maestae mutae motae, Oscitantes ter et quater Mater, filius, filia, pater Atque avunculus et frater. Unda profunda profunda profunda Unda profunda profunda profunda. Alter dormit, alter legit, Alter nudum pectus tegit, Oculosque alter fricat Quamquam nihil nemo dicat. Unda profunda profunda profunda Unda profunda profunda profunda. Vultus omnes ego rogito In silentio et excogito: "Quis ex istis hic non erit Cras viator? Quidque gerit Ista nova dies genti? Nos lacessunt vitae venti". Unda profunda profunda Unda profunda profunda. Si vis vivere et esse Laborare nunc necesse. Laborare laborare: Quare quare quare quare? Quid est ista vita brevis Volans sicut umbra levis? Quid est dolor, quid est amor, Quid diurnus iste clamor? Quid sum ego, quid sunt isti Viatores? Mente tristi Ego vehor, vehor ego, Ac necessitatem nego Usque ad mortem laborandi. Sed hi strepitus nefandi Cessant: strident omnes portae. Pellens, agens et irrumpens, Paene vixdum et procumbens, Multitudinem non piam Linquo et exeo in viam. Ibi labor, vitae cursus, Tenet me et tenet rursus. | NELLA METROPOLITANA Ogni giorno, ogni mese, |
Wishing for a wrong number
WISHING FOR A WRONG NUMBER Call me, anonymous drunkard, tell me that you are God and can create in seven hours a much better world. And call me, sell me anything, everything, even the rusty wheels of the sun, whoever you are - merchant or minister, harlot or child, but let the sound of a human voice compel me to think of what it would be, when one's about to galp a fatal potion, to be reminded suddenly of life going on for man and mountain and tree for valley and wing and ocean for all except me. Yes, I have heard of flights from dawn to sunset, Call me, whoever you are, and tell me | IN ATTESA D'UN NUMERO SBAGLIATO Chiamami, anonimo ubriaco, dimmi che sei Dio ed in solo sette ore puoi creare un mondo migliore. Chiamami, vendimi tutto, finanche le ruote rugginose del sole, chiunque tu sia - mercante o ministro, meretrice o monello - ma fa' che una voce umana mi faccia pensare a quel che avverrebbe se a chi stesse per trangugiare una tazza fatale all'improvviso arrivasse un suono di vita, della vita che continua per uomo e monte ed albero per valle ed ala e mare, per tutti tranne me. Sì, m'han parlato di voli dall'alba al tramonto, |
Traduzione di Maria C. Pastore Passaro, pubblicata in Gente mia e altre poesie, pref. di Ennio Bonea, trad. a c. di Maria C. Pastore Passaro, San Marco in Lamis, Gruppo Cittadella Est, 1982
Quinta via Novi Eboraci
QUINTA VIA NOVI EBORACI Omen laetitiae, sacra aera sonant resonantque. | NEW YORK. QUINTA STRADA Augurio gioioso, suonano, |
Traduzione di Emilio Bandiera, pubblicata in Iosephi Tusiani neo-eboracensis, Carmina Latina, Raccolta, Introduzione e traduzione di Emilio Bandiera, Fasano, Schena Editore, 1994
Data ultimo aggiornamento: 23.07.2013